With the sense of urgency that often distinguishes my work I launched myself headlong into Brel's world and I eventually selected nine particularly interesting tracks to record. I got in touch first of al with Rémy Decormeille and then with Sébastien Jarrousse, who shared my enthusiasm and we listened to these pieces intensively.

Aware of the difficulty of the undertaking, we started meeting regularly in Paris for the exciting collective task of creating a jazz arrangement, without losing sight of the ambitious aim of maintaining as much as possible of the intensity of Jacques Brel's interpretation, using the means at our disposal: the rhythmic and harmonic textures that allow for such to a great degree of freedom in contemporary jazz. We then met up with Stefano in Rome on June 2nd, 2010 and already at the first rehearsal it was evident for everyone that we had to start work in the recording studio straight away.

Thus was born our tribute to Jacques Brel, and I have the distinct feeling that apart from the technical ability of each one of us, this record clearly expresses the strong emotions that we all felt while listening to his music with our hearts in our mouths and with tears in our eyes.

About it

  • L'intensità della poetica di Jacques Brel è contenuta in Je volais je le jure, ultima fatica discografica pensata dal batterista e arrangiatore Pier Paolo Pozzi.  Varesino di nascita, romano di formazione e "francese" per maturazione artistica e "adozione", in Pozzi traspare un modernismo lirico, ricercato, mai banale. In questo Cd l'eclettico batterista (forse colpevolmente ancora non sufficientemente valutato dagli "addetti ai lavori") esprime appunto una poetica che incrocia i flussi culturali italiani e francesi, ottimamente supportato da un gruppo davvero sinergico, completato da Sebastien Jarrousse al sax (soprano e tenore), Rèmy Decormelle al piano e Stefano Cantarano al basso.  Ad imprimere una melodica liricità sono ovviamente Jarrousse, soprattutto quando soffia nel soprano e Decromelle. Ovvero la "forza transalpina" che rende questo lavoro uno dei più interessanti ed emozionali degli ultimi anni, per ricerca e passionalità. Qualità che si uniscono a un background generale, assolutamente di primissimo ordine.  "Non so se Jacques Brel amasse il Jazz - spiega sulle note di copertina Pier Paolo Pozzi. - Ma certo come un jazzman registrava i suoi dischi sempre in diretta con i suoi musicisti, anche quando, alla fine, debilitato dalla malattia, non poteva permettersi di ripetere una ripresa. E, come Charlie Parker, ogni sua esecuzione era di un'intensità tale da sembrare l'ultima".  Parole che si riflettono perfettamente nella musica di Je volais je le jure. In ogni nota delle nove tracce presenti.  Peccato che opere simili passino quasi inosservate nel marasma delle pubblicazioni che sommergono un mercato sempre più difficile, sempre votato all'effettismo, alla ricerca effimera del tributo o della composizione velleitaria. Se di "tributo" si vuol parlare, in questo caso non c'è alcun rifermento alla presunzione di reinterpretare opere legate in tutto e per tutto alla mente dei grandi. Pozzi vuole (e ci riesce perfettamente) combinare musica e poesia a livelli mai estremi, ma perfettamente mescolati. Evidente l'attento ascolto alla musica di Brel, nei suoi particolari e nelle pieghe più recondite della ritmica letteraria, tradotta in ritmica jazz. È una "fusion" che vola alto, generata da una parte dall'intensità espressiva di Brel (Vésoul, Voir un ami pleure,Isabelle), dall'altra l'interiorità (sempre poetica) di quattro musicisti che coniugano l'estetica jazzistica più rigorosa de essartante.

    Gino Fortunato

  • Il belga Jacques Brel è stato uno dei più famosi cantanti e compositori in lingua francese; Pier Paolo Pozzi presenta un delicato e sentito omaggio al lavoro del cantautore, i cui i temi originali diventano la matrice per forgiare un jazz eccellente, con begli arrangiamenti che vedono protagonista la sezione ritmica. Lo storico legame tra la canzone d'autore francese e il jazz rivive in arrangiamenti molto originali: Un enfant diventa per esempio un medium in 5/4 caratterizzato da chia- roscuri sonori che esaltano gli assolo di sax e contrabbasso. Ottimo è il gruppo di lavoro (italo-francese) che realizza esecuzioni tese e lunghe. In particolare evidenza Decormeille, pianista talentuoso e originale, con picchi di virtuosismo notevolissimi. 'Je volais je le jure" è un ben riuscito atto d'amore verso una figura storica e contemporaneamente un disco d'intenso e atiutale jazz moderno. .

    Eugenio Mirti JAZZ’IT

  • Ciao Pier Paolo Ho ascoltato il disco, che mi sembra fatto molto bene, riuscendo a lasciar trasparire sia l'amore per la musica di Brel che per il jazz. Mi sembra che entrambe le cose si amalgamino piuttosto bene... Grazie

    Pino Saulo RAI (radiotelevisione Italiana)

  • J'aime énormément ton cd , il m'a donné envie de découvrir Brel ! Pour moi ça me fait penser à Charles Lloyd 4tet mais un 4tet avec Motian , Haden et Geri Allen . Je ne sais pas si il a eu cette équipe au complet . Le travail sur les harmoniques de la basse dans "voir un ami pleurer" et la tournerie ont un petit coté E.S.T.  que j'adore. Bon on en parlera quand on se verra car je ne suis pas critique . bravo

    Jean Pierre Rebillard

  • Ton album est magnifique, vraiment touchant...un tout grand merci

    Stéphane Mercier

  • J'aime beaucoup ton CD
bravo

    Gilles Naturel

  • Complimenti . Hai fatto un ottimo lavoro, bella musica e ottimo gruppo.

    Mario Raja

Pier Paolo Pozzi Quartet Alfa Music Studio 5 Juin 2010 - Jacques Brel et Gérard Jouannest, François Rauber, Jacques Vigouroux, Arrang. Rémy Decormeille, Sebastien Jarrousse, Pier Paolo Pozzi - Remy Decormeille piano, Sebastien Jarrousse sax, Steeve Cantarano bass, Pier Paolo Pozzi drums - audio Alessandro Guardia- rip.video Augusto Pantoni

Pier Paolo Pozzi Quartet - Hommage à Jacques Brel - Alfa Music Studio 5 Juin 2010 - La Chanson des vieux amants Music by Jacques Brel et Gérard Jouannest, 1967 Arrang. by Rémy Decormeille - Remy Decormeille piano, Sebastien Jarrouse sax, Steeve Cantarano bass, Pier Paolo Pozzi drums